Una settimana fa il governo italiano, chiamato a pronunciarsi in sede di Comitato d’Appello Europeo ha detto un sonoro “No” all’introduzione di nuovi OGM in Europa.
Spettava infatti ai governi europei votare sull’autorizzazione a livello europeo di due nuove varietà di mais OGM, nello specifico il Pioneer 1507 e il Syngenta Bt11 e sul rinnovo dell’autorizzazione del MON 810.
I ministri Lorenzin, Martina e Galletti si sono dimostrati uniti nella battaglia contro gli organismi genericamente modificati.
L’Italia ha espresso una posizione di contrarietà a livello unitario dopo la difficoltà d’incontro che vedevano posizioni contrapposte: da un lato il Ministero della Salute e Ambiente e dall’altro quello per le Politiche Agricole, come emerso lo scorso 27 gennaio.
In quella sede, non si era raggiunta la maggioranza qualificata per approvare o respingere l’autorizzazione, rimandando tutto al Comitato d’appello, ma aveva sorpreso il voto favorevole dell’Italia, considerato che sul territorio italiano è stata vietata la coltivazione degli OGM.
La notizia arrivata la settimana scorsa invece non può che incontrare il positivo riscontro delle associazioni ambientaliste e agricole.
Come sostiene Greenpeace: “Le tre varietà di mais OGM oggetto del voto sono state modificate per essere in grado di produrre tossine derivate da un batterio del suolo, il Bacillus thuringiensis (Bt). Le tossine Bt prodotte da questi mais OGM sono potenzialmente in grado di danneggiare non solo i parassiti del mais, ma anche altri insetti non bersaglio, tra cui farfalle, coccinelle e organismi acquatici”.
Si aggiunge alla dichiarazione di Greenpeace quella di Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti:
“Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del made in Italy. L’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità”.