Chi è stato a Londra, avrà notato che in alcuni incroci della capitale britannica sono presenti delle piccole casette verdi, chiamate Cab Shelter. Sono spesso trascurati da residenti e turisti, ma queste casupole sono protette dall’English Heritage e godono di una forte rilevanza storica.
Tutto nasce da George Amstrong, editore del giornale Globe che in un giorno piovoso andò alla ricerca di un taxi. Era il 1875, e non esistevano ancora le classiche black cabs, ma si viaggiava in una carrozza trainata da cavalli. L’editore non trovò nessun taxista in grado di accompagnarlo, perché trovava personale troppo stanchi o che avevano bevuto troppo whisky.
A quell’epoca i conducenti erano obbligati a non fare pause per tutta la giornata e non potevano allontanarsi dal mezzo, per questo combattevano il freddo e la stanchezza bevendo velocemente qualcosa al pub, mentre chiedevano a qualche ragazzino di controllare la carrozza.
Per questa ragione Amstrong decise di intervenire, convocando una serie di personaggi influenti della città, tra cui il conte Shaftsbury, costruendo dei rifugi dedicati ai taxisti. Per questo tra il 1875 e il 1914 furono costruiti circa 61 Cab Shelter forniti di una piccola cucina, un zona ristoro, con tavoli e sedie e un piccolo salotto con poltroncine in cui i conducenti, potessero riposarsi e leggere il giornali.
Si decise quindi di creare un Fondo per il Rifugio dei Conducenti, che oggi è diventato il Fondo per il Rifugio dei Tassisti (Cabmen’s Shelter Fund) con lo scopo di permettere ai conducenti di riposarsi comodamente e mangiare qualcosa di caldo con prezzi molto accessibili.
All’interno delle Cab Shelter è possibile mangiare dei piatti casalinghi e consumare rigorosamente solo bevande analcoliche, che sono preparate da un dipendente stipendiato dal Fondo che cucina piatti della tradizione britannica al prezzo di 5 o 8 sterline.
Oggi delle 61 Cab Shelter, ne sono rimaste 13, gli altri sono stati distrutti durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.